Quale Spazio puoi essere per respirare nel tuo infinito?
Respira e rilassati
Respirare in modo consapevole aiuta a rallentare il vortice di pensieri e a entrare in contatto con sé.
Buona pratica quotidiana, il respiro può essere considerato il veicolo principe per bypassare la mente ed entrare in contatto con le proprie percezioni, per esplorare il corpo.
Esplorare il corpo, riconoscerne il linguaggio, riscoprirne le potenzialità e lasciare spazio al nuovo che avanza genera il cambiamento che permette di risvegliare la propria creatività e consente di entrare in contatto con la parte di sé gioiosa e giocosa.
Ma per farlo occorre buttare giù un po’ di muri. Sei pronta?
Siediti in una posizione comoda e osserva il tuo respiro.
Immagina di viaggiare con esso all’interno del tuo corpo per portare nutrimento a tutte le cellule e, a ogni passaggio, immagina di raccogliere le scorie che trovi (tossine, stress, tensioni, ecc.) e di portarle fuori. Poi focalizza la tua attenzione sul respiro nello spazio del cuore e stai lì. E respira. Prova a farlo per dieci minuti al giorno e vedi che succede. 😉
Arte del respiro
Aumentare l’apporto di energia attraverso il controllo del respiro, consente di accrescere sia l’ossigenazione sia il Prana nel corpo in modo da permettere la purificazione dei tessuti più sottili, del sangue, del cervello e dei nervi e la conseguente eliminazione delle malattie; una migliore qualità di energia allunga la vita.
Controllare il respiro, significa prendere confidenza con questa funzionalità, quasi sempre data per scontata, e imparare a conoscerne i meccanismi nelle tre fasi, di inspirazione, espirazione e riposo.
Attraverso il Pranayama possiamo imparare a respirare correttamente e aumentare la capacità polmonare, con i conseguenti benefici, ma anche purificare, aumentare la forza di difesa e Ojas, armonizzare il sistema nervoso, aumentare o diminuire il fuoco digestivo, riscaldare o rinfrescare in modo da riportare all’equilibrio i Dosha.
Maggiore chiarezza
Aumentare l’apporto di Prana fornisce la chiarezza necessaria a sciogliere le tensioni e a cambiare la qualità della mente in modo da accedere alla meditazione in maniera agevole.
Quando la mente è agitata non può esistere la meditazione, ma solo un passaggio convulso di pensieri che non fanno altro che aumentare la confusione, che non sgravano la mente.
Calmare il respiro, significa rallentare le funzioni sensoriali, ritirarsi dagli stimoli esterni ed entrare in una situazione di riposo. Una volta acquietata la mente, si può cominciare a lavorare sul controllo della stessa.
Il Pranayama, come le altre pratiche dello Yoga, va fatto quando si è liberi da cibo e scorie poiché la funzione digestiva e quella dell’eliminazione presuppongono uno specifico movimento dei Vayu del corpo.
Facendo Pranayama si agisce sul movimento dei Vayu, dunque, fare questa pratica a stomaco pieno, crea attrito con la normale funzionalità del corpo. Questa pratica è sconsigliata in caso di ipertensione e malattie cardiache e polmonari.
Per eseguire il Pranayama è consigliabile fare la pulizia del naso e delle vie respiratorie ogni mattina. Il modo più semplice è fare Jala Neti utilizzando il Lota, recipiente col beccuccio, con acqua tiepida e salata.
Le tre azioni
Il Pranayama, come dice la parola stessa, è intimamente legato ai cinque tipi di Prana che agiscono nel corpo e le tre azioni del respiro agiscono su di essi.
- Prana (che dà energia) – Inspirazione;
- Samana (equilibrante) – Ritenzione, 1° stadio – Contrazione (l’aria si ferma nei polmoni dove avviene l’assorbimento dell’ossigeno);
- Vyana (che espande) – Ritenzione, 2° stadio – Espansione (l’ossigeno assorbito si trasferisce nel sangue);
- Udana (ascendente) – Espirazione, 1° stadio – Espressione (crea l’energia che permette di parlare);
- Apana (discendente) – Espirazione, 2° stadio – Eliminazione (espelle l’aria e il biossido di carbonio).