Sovraccarico e leggerezza | Espanditi e Respira

sovraccarico

 

Sovraccarico e leggerezza

 

Per l’ennesima volta, ho iniziato un nuovo percorso di vita e stamattina, prima dell’alba 🙄, mentre mi stavo alzando, mi è salito il pensiero di come fare per non entrare in sovraccarico ed esserne sopraffatta.

Già. Come non andare in sovraccarico da “casino”, da rumori, dalla gente e da tutti i bla bla bla che si incontrano ogni giorno?

Io, se non ho dei momenti di solitudine, letteralmente, impazzisco. La vita quotidiana, per me, è paragonabile all’essere sempre dentro un frullatore di “robe” che entrano, si spostano, si muovono, escono. Insomma, un’eterna centrifuga.

“Avere quegli spazi nei quali non hai nessuno intorno” per me è un must, imprescindibile.

Vivere degli spazi di solitudine mi permette di mantenere un certo equilibrio e mi consente di relazionarmi con facilità. E da qui è partito il lamento della “piccolina”, sempre io naturalmente, che come primo pensiero, mentre mettevo i piedi giù dal letto, si è chiesta: come faccio?

E quale esca migliore di un “come faccio” da lanciare alla mente? Sorrido. Fortunatamente sono allenata e non ci casco o, almeno, mi succede sempre più raramente; non mi faccio pigliare dai vortici che una semplice domanda del “piffero” può innescare. Perché se si lascia libero sfogo al “semino” del “come faccio”, si innescano centinaia di criceti su altrettante ruote che non la smettono più di girare.

Diverso è quando alla domanda “come faccio” non dai un seguito e la lasci respirare, libera. E allora, lì, può arrivare un’intuizione, quella roba che non è del pensiero logico, che è tua, che sei sempre tu, anche quando, a volte, non sai di esserla.

  • Respira nelle tue intuizioni e lasciale fluire.

Bada bene che questo “giochino” si può mostrare per qualsiasi cosa della tua vita e il racconto che ti sto facendo è semplicemente un pretesto, per te, perché tu possa assaporare, se già non lo fai, un modo diverso di funzionare, affinché tu possa farti delle domande.

  • Segui il flusso di ciò che arriva.

E qui dal cilindro sale: «Più sei presente nel tuo corpo, meno le altre persone ti possono “disturbare”.»

(E ti accorgi che sei nella mente perché il disturbo non esiste. L’idea di disturbare è una definizione che hai dato a una cosa che ancora, in qualche modo, non ti è chiara. E allora, se sei attento, ti si accende il campanellino: ah, mente mia, stai facendo capolino😉).

E da quell’intuizione ti si apre un mondo. Da quel pensiero, che poi ti accorgi che non è un’intuizione arrivata da chissà dove ma una cosa che sai da millenni (solo che in quel momento la piccolina non ricordava perché chissà dove era stata durante la notte), puoi entrare in un flusso di intuizioni dove una tira l’altra e ti puoi fare mille domande per indirizzare quel flusso verso quello che, in quel momento, ti serve ricordare. E parte la rivoluzione, la creazione di qualcosa di diverso se sei disposto a riceverlo.

  • Serve “accantonare” la mente logica per ricordare chi sei.

E tornando al sovraccarico di cui sopra, sia chiaro che questa cosa del “tutto che interagisce con tutto” e quindi ti penetra fin nelle ossa, accade a tutti. Tutto interagisce con tutto: i pensieri, le parole, i suoni, i colori, gli odori, le emozioni. Tutto. Solo che succede che quando ne sei consapevole e lo percepisci fisicamente, ti pare di essere in un frullatore per cui ti viene l'istinto di scappare da quel sovraccarico e di dire “oddio, non ce la faccio, troppa roba; troppa roba, aiuto; dove vado a finire; io dove sono?” (E questa è sempre la piccolina😉).

Poi, negli anni, ho imparato a fare una cosa diversa. Invece di estraniarmi e cioè invece dì continuare a vivere nel mondo muovendomi e facendo un passo di lato rispetto all’esistere oppure andando idealmente "da un’altra parte” e cioè spostandomi energeticamente per poter in qualche modo “sopportare” il suk che mi attraversa continuamente, ho compreso che la cosa funziona esattamente al contrario.

  • Più sei presente, vigile e attento nel tuo corpo, meno le interferenze “interferiscono”.

A questo punto, percepisci ugualmente tutto ma in modo più ovattato, e tu sei più lucido quindi meno “occupabile”.

Se tu non ci sei nel tuo corpo, chiunque ci si può appollaiare, se ci sei, chiunque ti scivola via.

  • Presenza.

È esattamente il contrario di quello che tendenzialmente si fa quando non si hanno degli strumenti e si entra in una protezione che è solo illusoria. Quando entri in difesa ti accartocci, cerchi di non fare penetrare “la qualunque” dentro di te per “sopravvivere”, entri nel mondo con mille maschere, ti estranei da te stesso. Il tutto per non subire. E così facendo dai a tutti il potere su di te perché tutti possono, a quel punto, mangiarti come una bistecca a cena. Perché c'è posto in te. E possono entrare e prendere posto in te.

  • Come sarebbe espandersi invece di rimpicciolirsi?

E anche a proposito di bistecca e contorni 😂, sia chiaro che pure questa è solo un’illusione. Non c’è nulla che ti può mangiare o che si può appollaiare dentro di te se non lo scegli. E se lo hai scelto, da qualche parte ci sarà un motivo anche se ora non lo sai. Ma questa è un’altra storia.

E tornando alla piccolina, le serviva solo questa chiacchierata per ricordare e scendere dal letto col piede giusto.

 

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