Mente e connessione | Cosa è vero per te?

Mente e connessione

 

In un universo infinito e in una mente che è altrettanto infinita, in un gioco delle matrioske, delle infinite sovrapposizioni, quello che appare nel mondo fisico è l’espressione di un mondo delle idee in eterno movimento.

Ciò che si identifica come una mente individuale è parte della mente universale e si può dunque paragonare la mente a un’antenna che trasmette e riceve attraverso la connessione con le altre antenne.

Avendo chiarezza su questo aspetto, sorge una domanda:

Quanto di quello che pensi ti appartiene?

È proprio vero che c’è qualcosa che ti appartiene, che c’è un pensiero che è tuo? In quale punto della tavolozza sei? Da quale spazio ti stai muovendo?

Quando ti identifichi in una tessera del puzzle, vivi dal mondo dei pensieri, delle forme pensiero che ti attraversano e, spesso, ti può succedere di perderti in pensieri che non sono tuoi e che, semplicemente, stanno attraversando l’etere.

Come sarebbe espanderti, uscire dai confini che ti sei creato per essere e vivere nella consapevolezza che sei l’intero puzzle, che sei tu l’artista che sta dipingendo la tela? Lo sai che puoi scegliere?

E come sarebbe avere la chiarezza necessaria per percepire quali sono i pensieri espansivi che possono essere un contributo per te?

Chiarezza di pensiero

 

Vivere nella chiarezza permette di riconoscere cosa è espansivo e cosa invece costringe, rimpicciolisce.

Come sarebbe lasciare andare i pensieri superflui, involventi, che appesantiscono e trattengono nel vecchio sistema di idee?

Tutti noi viviamo soggetti a un sovraffollamento di pensieri che possono avere le qualità più diverse. Il pensiero è movimento e senza movimento non c’è vita.

Quando entriamo in contatto con una persona, quando condividiamo delle esperienze, qualsiasi esse siano, siamo attraversati da una moltitudine di pensieri più o meno consci. Anche quando apparentemente siamo silenti, siamo attraversati da una serie di pensieri dalla natura così sottile che ci è quasi impossibile riconoscerne la qualità.

Visto che i pensieri dominano le nostre vite, è facile rendersi conto di quanto sia importante la qualità che esprimono, la forza che mettono in campo e, soprattutto, quanto li rendiamo significativi.

Più si dà forza a un’idea e ci si aggrappa a essa, più questa assume concretezza fino a manifestarsi in una forma tangibile. Agganciarsi a un pensiero significa portarlo nella propria realtà.

Come sarebbe cambiare la propria realtà modificando il proprio modo di funzionare?

E se la rivoluzione nascesse da questo, se le cose si potessero davvero trasformare predisponendosi all’esplorazione invece di focalizzarsi su ciò che non va e immaginare degli ipotetici scenari di cambiamento?

Come sarebbe uscire dalla fissità dell’immaginario e farsi domande per aprire possibilità diverse?

 

Pensiero condizionante

 

Una forma pensiero è il risultato di una serie di condizionamenti sovrapposti. Un pensiero esprime un’idea, un progetto, una fantasia, un’emozione alla quale ci possiamo agganciare.

Come possiamo modificare la nostra realtà se anche ciò che riusciamo a immaginare ha come radice delle forme pensiero già esistenti pescate nell’etere?

Una cellula, un corpo, una persona, una famiglia, un gruppo, un quartiere, una città, un’associazione, ecc., sono tutte forme pensiero, una dentro l’altra. Tutto dentro tutto, bolle dentro bolle.

Se osserviamo il corpo umano e il suo funzionamento e lo pensiamo come un aggregato di forme di energia, più o meno densa, e portiamo lo stesso esempio all’esterno, ci è più facile vedere tutto il mondo che ci circonda come un insieme di forme pensiero.

Quando cerchiamo di creare in modo lineare, dal mondo dell’energia, quello che possiamo fare è generare ciò che da qualche parte già esiste.

Come sarebbe entrare nell’onda, muoversi nell’onda per vibrare in modo da percepire le informazioni ancora fluide? Come sarebbe viaggiare sull’orlo delle possibilità e andare oltre, sempre oltre ciò che, fissato dalla mente, si solidifica?

Quale contributo possiamo essere e ricevere che ci permetterebbe di creare una realtà oltre questa realtà?

L’intelligenza interiore

 

Nella tradizione vedica, l’uomo è costituito da una mente rivolta verso l’interno, Buddhi, che è in relazione con la mente universale, e da una mente rivolta verso l’esterno, Manas, che è in relazione ai sensi e consente l’esperire nell’esistere.

Le forme pensiero nascono dalla concretizzazione di idee sul piano della mente sensoriale, quella rivolta verso l’esterno. Con la mente rivolta all’interno, invece, si è in contatto con l’intelligenza interiore che accomuna tutti gli esseri nel campo morfico.

Entrare in connessione con le percezioni del campo morfico di informazioni permette di riconoscere ciò che fa stare bene e porta alla luce ciò che c’è oltre le erroneità interpretative e le bugie bevute come vere.

Quando si vive agganciati alle forme pensiero, per sciogliere il pregresso è necessario fare un lavoro di decondizionamento che si può velocizzare notevolmente entrando in contatto col campo di informazioni che pervade ogni cosa.

Se non esistesse separazione, come sarebbe entrare in contatto con la propria intelligenza interiore e, da quello spazio, liberarsi del superfluo?

Riconoscere la mente unica

 

Esiste davvero un interiore e un esteriore oppure anche questa è solo un’idea?

Forme pensiero e campo morfico non sono separati. Il gioco delle proiezioni del mondo esteriore (ciascun accadimento rappresenta un pensiero al quale ci si è agganciati) nasce da un movimento generato dall’intelligenza interiore, Buddhi.

La separazione avviene nel momento in cui ci si discosta dalla propria forza interiore perdendo di vista il proprio essere infinito (l’intero puzzle) per focalizzarsi solamente su ciò che avviene fuori da sé.

E se l’idea di separazione fosse illusoria?

Avere coscienza del gioco delle matrioske permette di uscire dalla solidificazione del pensiero per vivere nell’espansione, in connessione con l’intelligenza che ci accomuna e che consente di interagire fuori dagli schemi fissi della linearità, in uno spazio senza giudizio.

Quanto sarebbe più facile vivere e comunicare dallo spazio nel quale le idee sono ancora fluide per fare le nostre scelte cogliendo la percezione di ciò che ci procura leggerezza, riconoscendo ciò che ci fa ridere, ci riempie di gioia, ci espande?

La Mente del cuore

 

Quando vivi in uno spazio espanso, in stretta connessione con te stesso, nel cuore, entri davvero in quella danza che è la vita e puoi creare, muoverti, giocare, scegliere ciò che desideri.

E se… fosse giunto il momento di smettere di classificare, di ordinare, di identificare le varie rappresentazioni, gli accadimenti, le persone, secondo uno schema prefissato?

Come sarebbe uscire da tutto ciò che è lineare per danzare nella vita affidandosi alle percezioni e seguendo la propria bussola interiore?

E se… quando tu sei Tu e basta, senza fronzoli, tutto fosse facile, espansivo, nutriente e gioioso, con semplicità?

Vivere, muoversi, agire e comunicare dallo spazio del cuore, dell’intelligenza interiore, consente di vibrare all’unisono e bypassare tutti i meccanismi di decodifica per relazionarsi nel vero,.

Secondo te, cosa può succedere quando si vibra alla medesima frequenza?

Quale grandiosità, gioia, espansione e nutrimento potremmo essere che sarebbe un contributo per tutti quanti e anche per il pianeta?

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