Uscire dal senso di erroneità | La gioia di Essere

Uscire dal senso di erroneità, un auspicio per le nuove generazioni

Senso di erroneità

 

Quando eri bimbo ti sei mai sentito in un mondo che non comprendevi? Hai mai pensato che non capivi il modo in cui gli altri bimbi, e le persone in generale, si comportavano, si divertivano, agivano? E anche nell’età adulta, hai mai pensato “cosa ci faccio qui”?

Io sì.

E… se fosse da lì, se fosse da quando eri in fasce che, anche inconsapevolmente, hai cominciato a sentirti strano e diverso, sbagliato? Hai mai pensato una cosa del tipo “Se io sono io, qui non funziona”?

Come sarebbe se, con quel sottofondo, fosse da lì che hai cominciato a incastrarti nelle scatole degli altri, ad adattarti perché pensavi che fosse l’unico modo per vivere, per relazionarti?

E… Ti è mai partito un urlo interiore del tipo: “Io non sono così, non sono questo”?

Ancora una volta, a me sì.

Anche nel senso di erroneità non c’è errore

 

Se ti è accaduto di sentirti in qualche modo sbagliato, qualsiasi cosa tu abbia pensato o sentito, qualsiasi cosa tu abbia vissuto, è stato un processo del tutto naturale quello che ti ha fatto entrare nell’erroneità di te e nella reazione.

Quando si è bambini, è normale assorbire dal mondo che ci circonda le informazioni, è il modo in cui impariamo ad abitare questo pianeta. E anche nell’età adulta questo succede continuamente.

E allora ti chiedo: quanto sarebbe più facile, per le nuove generazioni, avere dei genitori consapevoli?

Quanto sarebbe più facile, per tutti, se la consapevolezza si spandesse a macchia d’olio sul pianeta? Quanto sarebbe meraviglioso se gli abitanti della terra fossero esseri consapevoli?

Quale energia, spazio, consapevolezza e scelta possiamo essere in modo che questo si mostri con totale facilità?

Come sarebbe se l’universo fosse un tutt’uno consapevole?

 

E… se già lo fosse? Come sarebbe se fosse tutto perfetto così com’è, fosse tutto uno splendido gioco al quale abbiamo scelto di partecipare? Come sarebbe se fosse il nostro gioco?

E allora mi chiedo, e ti chiedo, quanta energia sprechiamo nelle nostre vite per rincorrere le realtà degli altri, le convinzioni, i giudizi, le sovrapposizioni, che ci incastrano e rimpiccioliscono?

Come sarebbe scegliere di fare il giro di boa, di tornare a Sé, per poter essere, vivere, splendere e spandere la meraviglia che siamo?

Cosa ci vorrebbe perché tutti noi fossimo, a ogni istante, nella scelta della felicità e della gioia? Quale futuro si potrebbe creare?

L’armonia del vivere

 

Quale armonia si potrebbe sprigionare se cominciassimo a mostrare noi stessi nella nostra unicità?

Dove finirebbero tutte le bugie che ci siamo raccontati, per riconoscerci nelle realtà degli altri e per sentirci accettati, se scegliessimo di essere noi, di spogliarci di tutti gli orpelli, di tornare nudi?

Avrebbero ancora un senso le bugie se scegliessimo questo?

Quale energia, spazio, consapevolezza e scelta possiamo essere affinché questo si mostri con totale facilità?

Uscire dal senso di erroneità

 

Cosa ci vorrebbe per uscire dal senso di erroneità di sé con totale facilità e leggerezza? Quale divertimento potremmo generare per noi e intorno a noi?

Come sarebbe ricominciare da sé, ricontattare il proprio corpo, riconoscere ciò che è vero per sé al di là si quello che abbiamo sempre creduto?

E come sarebbe viverci come fossimo noi il nostro compagno di vita, il nostro fidanzato, il nostro amante? Quanta gioia sgorgherebbe nel fare ogni giorno nuove scoperte di noi stessi?

 

E.. se fosse proprio da qui, dall’essere innamorati di noi stessi, dal conoscerci, dal percepirci e dall’abbracciarci nella nostra totalità che potremmo vivere delle relazioni consapevoli, espansive, divertenti, nutrienti?

 

Come sarebbe abbracciarci nella nostra totalità e

uscire dal senso del giudizio?

 

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